La gang dei sogni by Luca Di Fulvio

La gang dei sogni by Luca Di Fulvio

autore:Luca Di Fulvio
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: romanzo noir
editore: Mondadori
pubblicato: 2008-07-14T22:00:00+00:00


39

Manhattan, 1926

Cyril era chino come sempre sul suo tavolo da lavoro. E sulla sua brutta faccia rugosa era possibile leggere - da una settimana - un'espressione soddisfatta. Cyril sapeva tutto di radio. La radio era la sua vita. Non avrebbe mai fatto carriera perché aveva la pelle nera come la pece ma a lui importava poco. Gli bastava poter aggiustare tutto quello che si rompeva e studiare nuovi accorgimenti per migliorare la trasmissione di parole e musica nell'aria. Era tutto quello che chiedeva. E a modo suo aveva già fatto carriera. Quando l'avevano assunto come magazziniere aveva il solo compito di smistare pezzi e di consegnarli ai tecnici che riparavano i guasti. Poi, col tempo, anche se la paga era rimasta quella di magazziniere, era diventato il tecnico a cui tutti i piani alti si rivolgevano. E questo aveva fatto di Cyril un uomo felice. Il magazzino era il suo mondo. Il suo regno. Conosceva ogni scaffale e sapeva sempre dove trovare quel che serviva, anche se a uno sguardo estraneo poteva apparire caotico. Quando l'avevano avvertito che avrebbe avuto un aiutante - una decina di giorni prima - Cyril si era irrigidito. L'idea di un estraneo lo infastidiva.

L'aveva subito sentita come un'invasione. Ma da una settimana si poteva leggere - burberamente appena accennata - una certa soddisfazione per l'arrivo di Christmas. Se c'era una cosa che Cyril odiava era salire ai piani alti, i piani dei bianchi, per consegnare e montare i pezzi aggiustati. Quando si trovava negli studi veri e propri non era più il re che si sentiva nel magazzino. Tornava a essere solo un negro. «Non è il momento di fare pulizie» gli dicevano quando lo vedevano comparire. Già, un negro che poteva fare in un posto di bianchi? Le pulizie. Che altro? Allora era costretto a spiegargli - con la massima educazione possibile, perché i bianchi erano anche molto suscettibili - che doveva montare un microfono aggiustato, per esempio. E ogni volta il suo pallido interlocutore lo guardava stupito. E nessuno di quei bianchi dei piani alti lo riconosceva mai. I negri erano tutti uguali per i bianchi. Come uno stronzo di cane sul marciapiede, che assomigliava a tutti gli altri milioni di stronzi di cane su tutti i marciapiedi di New York.

Adesso invece era compito di Christmas consegnare i pezzi aggiustati. Era lui che saliva con le scatole di cartone bianche ai piani alti dei bianchi. E Cyril non smetteva mai di essere il re del magazzino. E per questo anche in quel momento, mentre recuperava un cristallo di galeno da una vecchia radio, sorrideva tra sé e sé.

«Diamond!» urlò all'improvviso una voce. «Ehi, Diamond!»

Cyril si voltò verso la porta di metallo del magazzino, che rimbombava sotto i colpi della persona che urlava al di là. Si alzò dal suo tavolo e si avvicinò con circospezione alla porta.

«Diamond! Diamond, sei lì? Apri questa cazzo di porta!»

«Chi sei?» chiese Cyril, senza aprire.

I colpi cessarono. «Cerco Christmas» disse la voce. «Non lavora qui?»

«Chi sei?» chiese ancora Cyril.



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